#1, 1997: DEPECHE MODE — BARREL OF A GUN
Numeri Uno, febbraio 1997. DEPECHE MODE — BARREL OF A GUN.
Numeri Uno è quella che gli americani chiamerebbero column, mentre quaggiù avrebbe più senso chiamarla per quel che è: una rubrichetta. Cugina di quella americana (The Number Ones di Tom Breihan, a sua volta cugina di quella inglese, Popular di Tom Ewing. Purtroppo non mi chiamo Tom, ma farò del mio meglio per onorare questa faccenda). Ho passato i giorni, da quando le ho scoperte, a leggere entrambe e ho studiato ossessivamente i fenomeni che hanno portato certa roba in cima alle classifiche. Se c’è una cosa che trovo affascinante è leggere il passato attraverso gli occhi del futuro, riuscendo a intuire con assoluta trasparenza cosa è successo e perché a partire da quelle canzoni. Cosa ci è rimasto di quelle canzoni nella cultura popolare? (E per cultura popolare intendo: che ne sanno le nuove generazioni di questa roba? Qualcosa, tutto, niente? Mettono ancora qualcuna di queste canzoni in sottofondo alle esterne di Uomini e Donne? Eccetera.)
Intanto serve fare una precisazione: siamo nel 1997, e nel 1997 funzionava che se volevi ascoltare un pezzo avevi due maniere: o lo beccavi su Mtv, o in radio; oppure prendevi le paghette dei nonni e dei genitori e, quando avevi messo da parte ABBASTANZA LIRE — sì: c’è stato un momento storico in cui non esisteva ancora l’Euro, e io c’ero — ti eri garantito il permesso di poterti fiondare in un negozio di dischi — sì: c’è stato un momento in cui esistevano I NEGOZI DI SOLI DISCHI, che vendevano solo quello, sia in cd che in musicassetta: niente penne, gadget, magliette, libri, dvd e altre diavolerie. E nei negozi di dischi giravi per gli scaffali, magari ascoltavi qualcosa, o ne avevi letto su un giornale — sì: c’erano I GIORNALI DI MUSICA — e affascinato dalla copertina, da quel che si diceva, o dalle canzoni ti compravi il cd. Un passo oltre: in quegli anni, c’erano due tipi di cd: gli album e i singoli. Nel senso che per fare più soldi le discografiche stampavano dei cd con IL SINGOLO, e ci cacciavano dentro robe raffazzonate — i più seri aggiungevano un b-side, quindi un’altra canzone inedita che non si trovava da nessun’altra parte; gli altri, remix osceni o riempitivi come versioni live, o versioni acustiche e altre declinazioni di questa truffa. Questo garantiva ai ragazzini come me di non dover comprare TUTTO IL DISCO, ma risparmiare e poter riascoltare quella canzone centododici volte dallo stereo di mamma e papà (i lettori cd portatili, a casa mia, sarebbero arrivati qualche anno dopo); alle discografiche garantiva di fatturare. (Era un win-win. Gli anni novanta sono stati oggettivamente una decade incredibile.)
Ora: la classifica Fimi dei singoli parte dal febbraio ’97, e la cosa fondamentale della Fimi, come tutte le classifiche, è che ci dice chi siamo, chi siamo stati e soprattutto chi saremmo potuti essere.
Certo, la prima cosa che ci dice non è un granché: nel febbraio ’97, primi nella classifica dei singoli c’erano i Depeche Mode col primo singolo dimenticabile di un album abbastanza dimenticabile. Io avevo dieci anni, guardavo Mtv pressoché tutto il giorno e di questo pezzo non c’è assolutamente nessuna traccia nel mio cervello che riesce a ricordare tutte le parole di tutti i primi due dischi di Britney Spears. Barrel Of A Gun è abbastanza in-tutto-e-per-tutto una canzone dei Depeche Mode degli anni novanta. Flirta con l’industrial, le drums fanno la stessa cosa che facevano in Ava Adore degli Smashing Pumpkins: un groove che prende l’andamento un po’ trip-hop e un po’ hip-hop del momento e dà modo a chi ci sta sopra di biascicare quello che meglio crede. (Ava Adore da piccolo mi terrorizzava, ma quantomeno è un brano che ricordo).
C’è un ritornello in Barrel Of A Gun? Insomma. C’è qualcosa di memorabile? Insomma. Forse quel Whatever, whatever ripetuto dai backing vocals, ma in generale la band suona sconfitta, tra i problemi di droga e depressione personali e il ritrovarsi in una decade che non gli somigliava più. Non è una delle opere meglio riuscite dalla penna di Martin Gore, assolutamente capace di cose brillanti — e i suoi 14 milioni di stream attuali lo testimoniano. Però Barrel Of A Gun è un pezzo emblematico per certi versi, perché ci dà modo di chiacchierare di una cosa che farà da filo conduttore, anzi, da sezione portante di quell’edificio in cui gli umani si rinchiudono che sono le chart. Cosa rende una canzone popolare? Un insieme di cose. Ci sono tanti motivi per cui un pezzo va primo in classifica.
1) La fan base:
Quando la fan base è così vasta da garantire all’artista un primo posto con pressoché qualsiasi uscita, vuoi per fanatismo, vuoi per collezionismo;
2) La viralità
Fa ridere parlarne mentre scorro le chart di fine ’97, un’epoca senza Tik Tok, Adv, balletti e filtri, ma hey, che shock!, i pezzi diventavano virali anche trent’anni fa. Presente La Macarena? (La Macarena è uno di quei brani con una storia incredibile, ma purtroppo le chart Fimi partono dal ‘97 e non ci dànno modo di discuterne. Comunque.) Sorpresa sorpresa, i tormentoni sono sempre esistiti! Le canzoni diventavano virali anche prima dei social, e spesse volte nello stesso modo di oggi: per qualche stupido balletto, con grande dispiacere dei coreografi. I tormentoni hanno sempre fatto parte del mercato musicale tanto quanto del tessuto sociale. A volte aiuta il buon marketing, a volte il posto giusto al momento giusto, l’interprete giusto col look giusto, o nei casi più eclatanti tutte queste cose insieme.
3) La novità
Quante volte incontreremo pezzi che arrivano alla #1 perché rappresentano il cambiamento, il contrasto, l’evoluzione — o quantomeno un’alternativa alla norma (il primo che mi viene in mente scorrendo le chart dell’epoca è Xdono di Tiziano Ferro: lo stile vocale, il gergo del testo, la produzione r&b futurista in un’Italia pressoché ferma alle ballad: che pezzo. Che rivoluzione).
4) La fottuta canzone
Certo, la percentuale è forse minima. Ma è successo, succede e succederà (speriamo) ancora: a volte vince la musica. Non la faccia, non il marketing, non la fan base, non il gossip: a volte la canzone più bella è quella che vende di più.
Per quello che riguarda Barrel Of A Gun, potremmo tranquillamente considerarla una faccenda legata a una fan base affamata di canzoni nuove della propria band preferita: succedeva all’epoca, succede oggi (citofonare Taylor Swift o BTS), e succederà — purtroppo — anche con la prossima Numero Uno.
LE PAGELLONE
Barrel Of A Gun è un 4.
Ava Adore è un 6.
Macarena è un 8.
Xdono è un 9.