#1, 2001: ROBBIE WILLIAMS & NICOLE KIDMAN — SOMETHIN' STUPID
Numeri Uno, dicembre 2001. ROBBIE WILLIAMS & NICOLE KIDMAN — SOMETHIN' STUPID
Numeri Uno è la rubrichetta che si occupa di tutte le canzoni che sono finite alla prima posizione della classifica italiana dei singoli.
Qui trovate l’elenco di tutte le Numero Uno commentate, anno per anno, in continuo aggiornamento.
Sembra incredibile, ma la prima #1 in Italia di Robbie Williams è una cover: Somethin’ Stupid, in duetto con Nicole Kidman.
Del resto, un brano come Angels — passato alla storia come La Canzone Di Matrimoni E Funerali prima dell’avvento di Adele e Ed Sheeran — non ha mai trionfato in classifica in Uk, figuriamoci da noi. Eppure Robbie, a furia di hit dopo hit, dalle ballate iconiche agli uptempo irresistibili, ha dominato le chart vendendo fantastilioni di dischi, ipnotizzando le masse, riempiendo Knebworth (400.000 persone in tre concerti), firmando contratti da capogiro che quasi mandarono KO la Emi. Dopo Sing When You’re Winning, da cui vennero estratti, giusto per dirne tre, Rock Dj, Kids e Supreme, Robbie si rifugia nello swing, suo grande amore di sempre, per il disco dal titolo incredibile Swing When You’re Winning.
(Tie’, che triplete. Williams aveva sì un grande budget per i video, ma anche gran gusto e delle grandi trovate).
Il carisma e l’ego di Williams si trovano sempre nei suoi titoli, e qui il cantautore mancuniano raggiunge forse la sua massima vetta (anche se, anni dopo, si ripeterà con il micidiale Swings Both Ways, giocando sui rumor che da anni lo raccontano come un closeted homosexual).
Lo swing, dicevamo. I crooner corrispondono alle rockstar delle prime ere della discografia, e innegabile è quanto abbiano dominato Frank Sinatra e Dean Martin (se vi dovesse mai capitare, recuperate i loro show tv: non erano solo abilissimi cantanti, ma anche intrattenitori a tutto tondo con uno spiccatissimo senso del ritmo e della battuta). I due, amici e nemici, si combatterono l’attenzione del pubblico a colpi di grandi pezzi.
Sinatra è stato da sempre segnalato da Williams come uno dei suoi idoli, insieme a Elvis, e c’è da dire che nel suo timbro e nel suo modo di approcciare al canto e al songwriting ci si può ritrovare qualcosa di Frank; la cosa che però lo contraddistingue dal becero karaoke di grandi classici (faccenda molto in voga negli anni a venire, specialmente in Uk) è il suo timbro, unico e estremamente pop, che marchia i brani swing che vanno a comporre l’album donandogli una nuova vita per le nuove generazioni.
Somethin’ Stupid viene scritta da C. Carson Parks e registrata da lui e dalla moglie nel 1966; ma è nel 1967 che la cover di Frank Sinatra e della figlia Nancy la rende la hit internazionale che tutti dovrebbero studiare alla scuola dell’obbligo invece delle canzoncine col flautino. Sinatra fa sentire il brano a Lee Hazelwood, produttore del disco di Nancy, che gli dice che se non la canterà Frank con la figlia lo farà lui. Frank non se lo fa dire due volte, e con Al Casey alla chitarra e Hal Blaine alla batteria il brano viene registrato il 1 febbraio del ‘67. Il brano passa 4 settimane in testa alla Hot 100 di Billboard, diventando l’unica canzone della storia in cui padre e figlia cantano che sia mai stata al #1 (almeno finché Jay Z, Beyoncé o qualcun altro penserà che sia una cosa bella battere questo record, o qualche AI figlierà con un’altra AI e raggiungerà The Sinatras). Sinatra aveva appena avuto un comeback incredibile a livello di carriera, grazie alla meravigliosa Strangers In The Night che detestava fortemente («A piece of shit», la definì Frank, oltre che «the worst fucking song I have ever heard». Un rumor in particolare sostiene che la coda, quando si lancia in un — per le mie orecchie glorioso, sublime, sensazionale — «Shooby dooo beee dooo» la sua idea fosse di percolare tutti rovinando la canzone. Spoiler: non ci riuscì). La figlia, Nancy, aveva avuto una #1 tutta per sé l’anno prima, con These Boots Are Made For Walkin’, una canzone che tendenzialmente detesterei ma non ne ho molta forza. Insomma, buone annate in casa Sinatra.
Dove la versione è originale è dolce, quella padre/figlia è creepy, cringe e tutte quelle altre parolone inglesi che tanto vanno di moda su Twitter (ho grande stima per chi riesce a chiamarlo X: non io, non io).
Ma veniamo a Williams/Kidman.
Mentre in Uk, come faceva notare Tom Ewig, la televisione iniziava una ricerca ossessiva — che sarebbe durata decenni, come tutte le ricerche che fruttano quattrini — per la popstar perfetta tramite trasmissioni che somigliavano più a lunghe interviste in cui si tentava di trovare il carisma, il faccino e una qualche dote vocale (il cui template era, appunto, Williams), Robbie torna alla Rat Pack era. Forse un tentativo di darsi un tono, forse un’operazione natalizia (riuscita), forse una voglia di spezzare il ciclo hit-tour-hit-tour, Swing rappresenta certamente un unicum nelle traiettorie classiche delle popstar. Qui, però, l’alchimia (su disco) tra Robbie e Nicole Kidman, assoluta star del cinema che si presta alla musica con buon successo, è innegabile. Certo, è un approccio timido e riverente, ma è anche l’unico possibile: non si sconvolge Sinatra. Lo si rifà.
Williams è perfetto nel ruolo dell’amante che rovina tutto dicendole ti amo; e se persino per Frank Sinatra il brano era portato a casa a occhi chiusi, per uno con un dono come il suo, Williams riesce comunque a metterci del suo pur non cambiando una virgola della versione di Sinatra. Kidman fa il suo, e là dove Nancy Sinatra era relegata a poco più di corista l’australiana partecipa senza invasioni di campo o megalomanie (che poco avrebbero senso in questo contesto così intimo), portando probabilmente quello che Williams e la sua discografica si erano prefissati: grande promozione e la #1 in Australia.
Robbie Williams lo ritroveremo in classifica parecchie volte, essendo l’Italia uno dei paesi che più lo spaventa ogni volta che viene a suonare in tour (tra le fan più matte di sempre ci sono le italiane e le italiane, aveva mormorato in qualche intervista col suo fare da ribelle bellissimo), e lo ritroveremo in vetta anche con altre canzoni: quella che suonava mentre è nata mia figlia, e un’altra anche nota come la più brutta canzone pop di tutti i tempi.
LE PAGELLONE
Somethin’ Stupid è un 10.
Angels è un 10.
Rock Dj è un 10.
Kids è un 6.
Supreme è un 10.
Strangers In The Night è un 10.
These Boots Are Made For Walkin’ è un 6.