Numeri Uno è la rubrichetta che si occupa di tutte le canzoni che sono finite alla prima posizione della classifica italiana dei singoli.
Qui trovate l’elenco di tutte le Numero Uno commentate, anno per anno, in continuo aggiornamento.
Numeri Uno è la cugina di quella americana di Tom Breihan, che è la cugina di quella inglese di Tom Ewing.
La generazione composta di bambini e teenager nel 2001 conosce i meme prima dei meme, e lo fa grazie all’eterno e indimenticabile verso Puttana puttana, puttana la maestra. Non c’era scuola elementare o media nel 2001 i cui corridoi non pullulassero di ragazzi che saltellavano cantando queste parole — censurate dalle radio ma così forti da generare un effetto Streisand e spedire il brano che l econteneva alla #1 nel gennaio 2001.
Io Sono Francesco è il singolo d’esordio di Francesco Tricarico, e rappresenta un unicum nella storia delle chart dei singoli italiani: intanto perché inizialmente il pezzo esce a settembre del 2000, in sordina, per poi arrivare alla vetta della classifica nel gennaio del 2001. Poi, perché al suo interno contiene un trattato di filosofia.
Sul serio.
Intendiamoci: è quasi costume, nella modernità, andare ricercando — e, in caso di fallimento nel trovarne, di inventare — significati profondi nelle canzoni pop: se ne è accorto chiunque legga di musica oggi. È l’epoca del sensazionalismo, e ogni cosa deve fare notizia.Ma nel 2001 tutto questo è solo un vago sintomo della malattia cronica di un futuro distopico, e quindi le canzoni sono, semplicemente, canzoni. Proprio per questo Io Sono Francesco è diversa. È diversa perché ha un mondo fiabesco, al suo interno, scritto e descritto con candore, e una forma di racconto dal punto di vista del songwriting che sfiora il romanzo. Personaggi che entrano e escono, appaiono e lo fanno venendo tratteggiati magistralmente — vedi la maestra, il capo —, lasciando un segno nelle orecchie di chi ascolta, ma anche nel protagonista.
Al centro di questa filastrocca surreale c’è l’autobiografismo di Tricarico che, a differenza di quello glamour e incentrato sul gossip di Jennifer Lopez, nel 2001 fa scandalo non tanto per i contenuti quanto più per l’utilizzo della parola puttana nel testo. (A chi si scandalizzava allora bisognerebbe regalare un salto nel futuro e accendergli Spotify: già che ci siete, chiamate i dottori).
Il pezzo parte a schiaffo, in medias res, in cui troviamo Francesco che si presenta, come fosse l’incipit di Moby Dick, e ci racconta il trauma scolastico del giorno in cui tutti devono scrivere un tema sul papà; anche chi, crudelmente, un papà non ce l’ha. La maestra sarebbe, tecnicamente, una stronza, ma Tricarico nel suo racconto ha la purezza del bambino che era, o di quello che interpreta, e il bambino non si perde in distinzioni, va a istinto: e quindi la maestra è una puttana. La maestra non è cattiva di per sé; lo diventa nel momento in cui sorseggia il suo cappuccino e scrolla le spalle davanti al lutto di Tricarico, intimandogli di scrivere comunque il tema sul papà, ché tanto qualcosa gli avranno pur raccontato. L’innocenza di Tricarico si propaga in tutto il testo, ma è sul finale di questo brano dal sapore di cantautorato 2.0 che il meglio della sua penna esce fuori:
«Il padre è solo un uomo / e gli uomini son tanti / scegli il migliore / seguilo e impara». Se aveste chiesto a Recalcati, probabilmente si sarebbe dilungato di più, ma vi avrebbe detto qualcosa di molto simile: i figli sono di chi li cresce, non di chi li genera; la bellezza del pop ben riuscito è esprimere concetti complessi in una forma estremamente semplice e digeribile a tutti. Il genio sta spesso nascosto qui: nel camuffare canzoni profondamente malinconiche vestendole di colori e arrangiamenti allegri. Storia di una rinascita in salsa disincantata ma profondamente lucida, Io Sono Francesco è, manco a dirlo ovviamente, la prima e l’unica #1 che Tricaricò collezionerà nella sua carriera. Al di là delle canzoni, le motivazioni sono da trovare anche nel fatto che Tricarico è un personaggio schivo, che preferisce non rilasciare interviste e non dilungarsi quando gli tocca esibirsi in tv. (Diplomato al Conservatorio, specializzato in flauto traverso, e la sua biografia diffusa nei comunicati stampa diceva due cose: del suo passato da musicista jazz e di quello da operaio delle pulizie. Un passato poliedrico come l’artista che si dimostrerà essere.) È un alieno all’interno di uno star system che all’inzio degli anni zero va formandosi e declinandosi sempre più; lo dimostrerà in un paio di occasioni nel corso degli anni di una travagliata carriera: la prima è nel caso di Vita Tranquilla, una sorta di risposta ironica alla Vita Spericolata di Vasco Rossi, che porterà a Sanremo; l’altra è, più recente, una gloriosa sfuriata sulla modernità, dal titolo Mi State Tutti Immensamente E Profondamente Sul Cazzo 1 (dal cui titolo s’intuisce ci possa essere un sequel, ma non c’è dato sapere come e quando. Attendiamo impazienti come fosse un nuovo film di John Wick),
LE PAGELLONE
Io Sono Francesco è un 9.
Vita Tranquilla è un 9.
Vita Spericolata è un 10.
Mi State Tutti Immensamente E Profondamente Sul Cazzo 1 è un 8.