Numeri Uno è la rubrichetta che si occupa di tutte le canzoni che sono finite alla prima posizione della classifica italiana dei singoli, senza discriminazioni ma con effettivo buon gusto. È la cugina di quella americana di Tom Breihan, che è la cugina di quella inglese di Tom Ewing.
Nel 1997, quando compro questo disco, ho dieci anni; probabilmente sono innamorato della mia compagna di banco, ma dell’amore non so un cazzo, se non quello che mi racconta Max Pezzali, e non so cosa dire, cosa fare, come comportarmi. So solo scarabocchiare il suo nome sul banco senza farmi vedere. Nemmeno Max sa granché sull’amore, però sa raccontarne bene le bastonate, le frustrazioni, le delusioni: e a Max Pezzali credo come a un fratello maggiore io, e ci crede tutta Italia.
Dopo un mese intero di dominio di Michael Jackson, gli italiani si ricordano due cose: che sono italiani, e che è quasi arrivata l’estate.
Succede pressoché tutti gli anni, e succede anche nel 1997: a detronizzare MJ dalla vetta c’è il ritorno degli 883. Max Pezzali passa «centoventi giorni stronzi», che a conti fatti sono quasi quattro mesi, e quattro mesi stronzi son mica una passeggiata, e neanche un giretto in moto, neanche se hai venduto milioni di copie per tutta la prima metà degli anni novanta; ma «basta un giorno così» a cancellarli tutti (E questo è più o meno tutto quello che ho da dire tecnicamente sul pezzo: chitarre alla U2 e topoi pezzaliani).
La cosa che ho sempre trovato affascinante del(l’ ex) duo di Pavia è la concisione. Al netto della precisione chirurgica con cui hanno raccontato una generazione e la provincia e il tutto fottendosene di qualunque cosa possa avere a che fare con l’estetica, Pezzali e Repetto (che lasciò la band dopo il secondo disco) sono sempre riusciti nel non perdersi in discorsi artistici, in mire espansionistiche o puntando a contesti che non gli appartenevano. Gli 883 parlavano alla gente e hanno sempre continuato a farlo. Sembra una cazzata, ma è esattamente dove tendono ad andarsi a schiantare i progetti pop dopo l’exploit iniziale. A un certo punto gli artisti non ne possono più delle folle, dei palazzetti pieni, degli autografi all’Autogrill e dei sorrisi-a-cento-denti a chiunque voglia un pezzo di loro, impazziscono, vogliono staccarsi da tutto ciò che rappresentano — e finiscono a fare dei dischi osceni e inascoltabili; dopodiché, una volta capito che i palazzetti diventano localizzi, cercano di recuperare quello che hanno perso, ma qualcun altro ha già preso il loro posto nei cuori degli ex fan: è un attimo che le carriere finiscono. Capiamoci, mica è un discorso contro l’avere mire artistiche: è bello e giusto averne. Ma vanno supportate con della sostanza, altrimenti è solamente un grande ego-trip.
Un Giorno Così è una gran canzone della discografia degli 883? No. Anzi. Conoscendo a memoria il disco che anticipa, La Dura Legge Del Gol, è sorprendente ammirare con sdegno a posteriori le strategie discografiche degli anni 90. Un album che conteneva, in ordine di tracklist: Innamorare Tanto, La Regola Dell’Amico, Nessun Rimpianto, Non Ti Passa Più viene lanciato con quella che è forse la canzone più debole del disco, e soprattutto la più standard. Non che La Dura Legge Del Gol sia il Kid A degli 883, figuriamoci, ma è molto, molto di più rispetto a questo (seppur molto buon) pezzo. A conti fatti, però, riguardando la discografia degli 883-prima-che-Pezzali-diventasse-di-fatto-del-tutto-solista, gli 833 (o i loro discografici) coi primi singoli dovevano avere qualche problema. Hanno Ucciso L’Uomo Ragno e Con Un Deca sono rispettivamente terzo e quinto singolo dell’album d’esordio; su Nord Sud Ovest Est la scelta è impeccabile: Sei Un Mito, Nord Sud Ovest Est, Come Mai; Ne La donna il sogno & il grande incubo la successione ricorda quella de La Dura Legge Del Gol: il primo singolo è così così: a seguire, diversi capolavori. Dopo Senza Averti Qui arrivano Tieni Il tempo, Una Canzone d’Amore, Il Grande Incubo, Ti Sento Vivere, Gli Anni.
Questa sfilza di pilastri della musica italiana degli anni 90 (è il 2023 e ancora gli stadi si riempiono sistematicamente di gente che vuole risentire queste canzoni; un film sulla vita degli 883 è in lavorazione) dimostra che Pezzali scrive semplice e parla semplice, e essere semplici ma efficaci è la cosa più complessa del mondo; Max ce la fa, sembra un tuo amico quando ti racconta le sue sfighe e tutta la vita di provincia che vive — ed è questo quello che arriva a migliaia di ragazzi e giovani adulti (e bambini come me). Il successo non l’ha mai frenato dal continuare a raccontare, disco dopo disco, la vita di provincia, il disagio e il deterioramento umano della post-adolescenza dopo la fine di un amore. E il tutto senza grandi teorie, senza grandi proclami, anzi, con grandissimo candore, che nell’epoca post-talent show indicheremmo come: è arrivato alla gente. Il disco finirà per vendere 600.000 copie, e la copertina — se ci fosse una classifica — sarebbe probabilmente la più bella degli anni 90.
(La Dura Legge Del Gol è stato la mia prima cassetta comprata con le paghette in negozio, quindi gli vorrò sempre bene e non sarò mai lucido nel parlarne; inoltre, guardate che piccolo capolavoro di marketing era il cd. Ricordate i cd?).
Un Giorno Così è l’ultima volta che gli 883 o Max Pezzali riescono a raggiungere la vetta dei singoli, facendo spesse volte largo a canzoni che dureranno molto meno delle loro, che si sono dimostrate pressoché eterne.
LE PAGELLONE
Un Giorno Così è un 8.
Innamorare Tanto è un 9.
La Regola Dell’Amico è un 10.
Nessun Rimpianto è un 10.
Non Ti Passa Più è un 8.
Hanno Ucciso L’Uomo Ragno è un 10.
Con Un Deca è un 10.
Sei Un Mito è un 10.
Nord Sud Ovest Est è un 9. (No, no, un pezzo con dentro una frase con «e forse quel che cerco neanche c’è» merita il 10).
Come Mai è un 10.
Senza Averti Qui è un 10.
Tieni Il tempo è un 8.
Una Canzone d’Amore è un 10.
Il Grande Incubo è un 7.
Ti Sento Vivere è un 10.
Gli Anni è un 10.