Numeri Uno è la rubrichetta che si occupa di tutte le canzoni che sono finite alla prima posizione della classifica italiana dei singoli.
Qui trovate l’elenco di tutte le Numero Uno commentate, anno per anno, in continuo aggiornamento.
L’INTRO, E CHE INTRO
Stavo pensando a Canzonette, e nello specifico stavo pensando a Piero Pelù, mentre osservavo inerme il bagno di casa mia completamente allagato. (Quando le lavatrici vi segnalano un errore, non guardate i tutorial su internet, non fidatevi di nessuno che non sia un idraulico: so’ bravi tutti a dirvi cosa schiacciare e cosa levare, ma nessuno si premura mai di dirvi che togliendo il filtro della lavatrice, otturato da quei maledetti bastardi di acchiappacolore, sta per inondare il pavimento del bagno alle tre del mattino.)
E mentre spazzavo e facevo ondeggiare il mocio come fossi il frontman dei Litfiba mi sono posto due domande.
Sono un fan di Piero Pelù? Cazzo, no.
Rispetto la sua craft? Cazzo, sì.
IL RESTO, E CHE RESTO
Piero Pelù è uno dei pionieri del rock in italiano, qualunque cosa significhi il rock e qualunque cosa significhi il rock in italiano, che rappresenta una faccenda molto complessa e che da decenni genera faide e critiche e discussioni per tutta la penisola («Siamo capaci di fare il rock in italiano? Il vero rock?» Ma poi, che cazzo significa il vero rock?).
Nell’aprile del 2000 — quasi un anno dopo l’apparizione nella hit-per-beneficienza firmata coi colleghi Ligabue e Jovanotti, che insieme andarono a formare una sorta di Avengers del pop maschile italiano chiamato LigaJovaPelù, di cui potete leggere l’articolo qua sotto — Piero Pelù ritorna alla musica, ma stavolta da solista. Il brano s’intitola Io Ci Sarò, da non confondere con la gloriosa Io Ci Sarò dell’anno precedente degli 883.
Io ci sarò è un brano in pieno stile Litfiba, ma non è un piccolo particolare, come direbbe Giusy Ferreri, il fatto che vira verso un soft rock che nel 2000 piace parecchio alle radio e al pubblico. Non a caso esordisce dritto dritto alla #1 della classifica dei singoli, andando a scavare nell’affetto che tutto il pubblico orfano dei Litfiba ancora nutre, e finisce anche al #1 dell’AirPlay radiofonico italiano. Pelù sembra cantare, nascondendo il main theme tra frasi un po’ astratte, dello scioglimento della band. «Un’altra storia da vivere c’è», ma anche «Mi vesto da assassino col mio passato» fanno pensare a una sola cosa. Pelù parla a sé stesso e ai suoi fan, promettendo di essere in grado di ricominciare, affidandosi a un inno motivazionale a tratti un po’ criptico per farlo. Il ritornello gira attorno al suo esserci con tutto il suo entusiasmooooaaaaah, anche se più che eeeeentusiaaaasmoah il brano ci mostra un uomo che fa un punto sulla sua vita e, tirando le somme, capisce da dove ripartire. Lo riesce a fare bene, con mestiere, ma anche con grande onestà persino visto da qui. (Di quante canzoni, vent’anni dopo, possiamo dire che siano oneste? Ve lo dico io: poche. Pochissime).
È un pezzo che anche risentito oggi rimane gradevole, ben arrangiato, anche e soprattutto dal punto di vista della musicianship: bellissime le chitarre slide e gran gusto bell’assolo. Una scelta per dire «Non mi serve Ghigo Renzulli» o un’abitudine?
Il bel canto di Pelù, a pieni polmoni, è indubbiamente il padre di tanti altri tipi di bel canto che arriveranno a breve sulla scena italiana (su tutti: Le Vibrazioni e gli Sugarfree. Entrambe le incontreremo qui su Numeri Uno).
Nel cd singolo di Io Ci Sarò viene inclusa anche come b-side la cover di Pugni Chiusi, capolavoro immenso, che Pelù aveva già cantato nella trasmissione tv di Celentano. (Ce la fornisce il canale YouTube La Pigna di Montero. Fate voi).
(Che belli erano i cd singoli con i b-side? Che belle sono le canzoni italiane rifatte? Che voce ha Pelù? Forse mi ricredo. Forse sono un fan.)
E ORA, DI PALO IN FRASCA
YouTube mi suggerisce, in coda alla versione di Pelù, questa piccola perla di Nevruz (X Factor) e Dandy Bestia, che mi ha fatto pensare a un trilione di considerazioni su: i talenti sprecati, la giustizia, i talent show, il sottile confine tra reality e talent show, Simon Cowell — fino all’approdo dei ricordi al giudice di X Factor di Nevruz, cioè Elio di Elio E Le Storie Tese, il leggendario gruppo tanto demenziale quanto Fortissimo A Suonare™️ che la stessa memoria che non si sa ricordare dove stiano gli asciugamani in questa casa, asciugamani che sarebbero assai utili a sedare quest’oceano d’acqua che fuoriesce dalla lavatrice e non ne vuole sapere di frenare, fin troppo perfettamente ricorda una loro canzone dal titolo Litfiba Tornate Insieme, il cui sottotitolo potrebbe essere ti disso con ironia.
A seguire Io Ci Sarò sarà il turno di Toro Loco, e ne parlerei per ore ma vi rimando a questa incredibile puntata del Festivalbar con Marcuzzi e Fiorello alla conduzione per godervi a pieno la performance di Pelù sul palco (anni di playback, sì, ma quando sei così magnetico pure il playback si trasforma in un evento gradevole).
Per farla breve — ché vi vedo che vi state spazientendo e vi state chiedendo, tanto quanto me, quando minchia arrivano le hit degli anni 2000?, e una rapida occhiata nel futuro-del-passato ci dice che arrivano almeno 6 o 7 pezzacci clamorosi che si prenderanno la #1 in Italia dopo Pelù — Toro Loco è una canzone così tremenda nel suo essere la versione filo-rock-ma-latina di quello che girava per radio all’epoca che trovo impossibile non cantarne il ritornello. È brutta, ma mi piace. (Sì, forse sono decisamente un fan.)
Certo, mi piace meno delle prossime numero uno: Bloodhound Gang e Britney Spears, Bon Jovi e Paola&Chiara.
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LE PAGELLONE
Io Ci Sarò è un 6.
Io Ci Sarò è un 8.
Pugni chiusi è un 8.
Toro Loco è un 6.
Litfiba Tornate Insieme è un 7.