#1, 2003. ELISA — ALMENO TU NELL'UNIVERSO
Numeri Uno, febbraio 2003. ELISA — ALMENO TU NELL'UNIVERSO
Numeri Uno è la rubrichetta che si occupa di tutte le canzoni che sono finite alla prima posizione della classifica italiana dei singoli.
Qui trovate l’elenco di tutte le Numero Uno commentate, anno per anno, in continuo aggiornamento.
Se applicassimo alla musica la teoria di Antonello Venditti quando diceva che «certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano» varrebbe uguale. Una delle cose più affascinanti di certe canzoni sono proprio i viaggi che fanno prima di trovare la propria casa, e le lotte infinite che devono combattere prima di incontrare il proprio posto nelle classifiche.
La storia di Almeno Tu Nell’Universo è unica e allo stesso tempo uguale a tante altre canzoni incredibili, dimenticate in un cassetto in attesa che una congiunzione astrale le porti al grande pubblico.
Nello specifico, ora siamo qui riuniti perché nel 2003, grazie al film Ricordati Di Me di Gabriele Muccino — all’epoca re dei blockbuster esistenziali italiani — il pezzo schizza primo in classifica grazie alla reinterpretazione di Elisa. Elisa è un’assoluta fuoriclasse, che abbiamo già incrociato dopo la sua vittoria Sanremese nel 2002 con Luce, e che dopo i primi dischi — di altissima qualità — in lingua inglese si approccia lentamente a una transizione in lingua italiana. Ma prima di fare paragoni, facciamo un salto indietro.
[Se te la eri persa, qui la column su Luce (Tramonti Nord-Est)].
Prima di diventare un classico della canzone italiana, Almeno Tu Nell’Universo fa quello che fanno le grandi canzoni: soffre inascoltata. Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio scrivono il pezzo nel 1972; e stando alle voci di corridoio che infarciscono l’aneddotica del canzoniere italiano viene scritta nella stessa settimana di Piccolo Uomo, che lo stesso Lauzi scrive per Mia Martini, che la porterà al successo vincendoci il Festivalbar nello stesso anno. Ma se Piccolo Uomo trova immediatamente la sua strada, Almeno Tu Nell’Universo rimane un inedito nel cassetto dei due autori, addirittura non depositata fino al 1979.
Dieci anni dopo, nel 1989, il brano viene proposto dai discografici della Fonit Cetra a svariate cantanti, Paola Turci e Mietta, la quale rifiuta essendo una grande fan di Mia Martini. È così che Martini torna a Sanremo proprio con questa canzone: arriva nona, perché apparentemente già all’epoca certe canzoni non vengono capite immediatamente dalle giurie, ma vince il premio della critica. È abbastanza per riportare Martini al successo dopo anni bui e abbastanza per regalare al brano un posto insindacabile tra le migliori canzoni del secolo.
E dove l’interpretazione di Elisa è dolce e intensa, differente — quasi per obbligo — dall’originale, quella di Mia Martini è un continuo climax di forza, andando col suo graffiato a sottolineare l’eccellente testo che mette una lente d’ingrandimento sull’incoerenza della gente. Sono svariate le teorie che circolano, sia che il ritornello si riferisca a una persona amata, a un genitore, a un dio poco cambia: sono interpretazioni, entrambe ma specialmente quella di Martini, che ti rendono pressoché immortale.
LE PAGELLONE
Almeno Tu Nell’Universo è un 10.