Numeri Uno è la rubrichetta che si occupa di tutte le canzoni che sono finite alla prima posizione della classifica italiana dei singoli.
Qui trovate l’elenco di tutte le Numero Uno commentate, anno per anno, in continuo aggiornamento.
Quella cosa lì che tu scegli i libri ma certi libri scelgono te l’ho capita quando, in un aeroporto di Nashville, con davanti tredici ore di volo di ritorno, ho posato gli occhi su un saggio di Klostermann sugli anni novanta. Oltre all’avermi svoltato il volo e avermi messo la pulce nell’orecchio sulla Simulation Theory, Klostermann (che non a caso è il più bravo tizio che scriva di faccende di musica al mondo) mi ha insegnato l’importanza della prospettiva. E le classifiche lette con la lente d’ingrandimento della prospettiva di altri vent’anni di musica è che certi trend li becchi subito.
Per esempio, il modo in cui la discografia riusciva a imporre un brano italiano e fare in modo che sovrastasse l’egemonia straniera nel 2003 era — tenetevi forte: allerta vintage — il cinema.
L’abbiamo visto con Elisa, lo vedremo con l’unico pezzo nu-metal della storia che ha acciuffato la #1 delle classifiche italiane tra pochissimo, lo rivediamo con Gocce Di Memoria di Giorgia.
(Leggiti qui la column su Elisa se eri distratto dalle foto di chiunque col Papa).
Complice anche un momento di particolare fervore artistico incentrato su una tematica evidentemente cara agli italiani — trentenni in crisi di mezz’età con drammi e amanti annessi, il tutto rigorosamente mai, mai, maiiiii! geolocalizzato al di fuori della provincia romana —, i film nostrani diventano il migliore veicolo per la promozione dei brani. Non essendo scemi, i registi vanno a pescare grandi artisti da affiancare al proprio film. Nel caso di Giorgia, come con Elisa, la cantante arriva a prendersi la #1 nella classifica singoli con un brano dall’impatto emotivo indiscutibile. Il tutto alla faccia di un (francamente dimenticabile) Festival di Sanremo 2003.
Marzo è il mese in cui Gocce Di Memoria la fa da padrone. Parte della colonna sonora de La Finestra Di Fronte di Ozpetek, il pezzo fa sia da filo conduttore alle vicende del film che a quelle autobiografiche della cantante.
Il brano arriva a quasi un decennio dalla sua comparsa sulle scene con E Poi (fun fact, motivo per cui alla fine della fiera siamo tutti qua, l’inciso fu riscritto pochi giorni prima dell’esordio all’Ariston su consiglio dell’allora direttore artistico/conduttore Pippo Baudo).
Se volessimo fare un’analisi approfondita, la canzone racchiude tutti i cliché della musica italiana degli anni zero, figlia fedele di quella di fine novanta: abbondano le lacrime, le anime, il destino, l’eternità, l’infinito e tutto ciò che è -abile: incancellabile, inestimabile, inafferrabile, indivisibile. Ma, topoi a parte, Gocce Di Memoria (anche complici i cromatismi della composizione sopraffina, elegante e atmosferica di Andrea Guerra) fa quello che sa fare solo un certo tipo di musica: farti dimenticare il mestiere di chi sta scrivendo e trasportarti nella realtà parallela di chi sta cantando.
La voce di Giorgia — o, come diremmo in quest’epoca di ostentati inglesismi, con grande rammarico delle nostre prof di italiano, la sua vocal delivery — è assolutamente impeccabile. E non è solo questione d’intonazione, sulla quale si concentreranno fin troppo i seguenti decenni di talent show: l’interpretazione, l’emozione e il trasporto e al contempo la dignità con cui la cantante romana approccia il pezzo sono da assoluta fuoriclasse.
Giorgia dedica il pezzo a Alex Baroni, suo ex compagno ma soprattutto stella del canto italiano prematuramente scomparso dopo un incidente stradale nell’aprile 2002.
LE PAGELLONE
Gocce Di Memoria è un 8.
E Poi è un 7.