#1, 2000. THE BLOODHOUND GANG — THE BAD TOUCH
Numeri Uno, aprile 2000. THE BLOODHOUND GANG — THE BAD TOUCH
Numeri Uno è la rubrichetta che si occupa di tutte le canzoni che sono finite alla prima posizione della classifica italiana dei singoli.
Qui trovate l’elenco di tutte le Numero Uno commentate, anno per anno, in continuo aggiornamento.
DUE RIGHE SUL POP, MA GIUSTO DUE
Uno dei motivi per cui ho iniziato Canzonette, tra l’altro nel periodo più affollato della mia vita — nascita di una figlia, costruzione di tre studi musicali, un’etichetta discografica da curare, giovani talenti da crescere, e il tutto senza ricordarci quella che sarebbe la professione principale: tentare di farle, le canzonette — è stato quando, sfogliando le chart, ho visto l’anno 2000. E visto da qui, il 2000 è un’annata di splendide canzoni in cui il Gusto Del Pubblico coincide perfettamente col mio. A un’occhiata superficiale potrebbe pure sembrare che non sia strana questa cosa, dato che il mio è un gusto certamente pop, e Pop Senza Vergogna: credo che amare il pop sia una cosa di cui vantarsi, non di cui nascondersi. Credo anche che sia questo il problema non tanto di un certo tipo di critica, che a prescindere giudica sempre come osceno qualcosa che è di largo appeal, quanto più proprio un diffusissimo cortocircuito generale, che fa sì che una canzone pop debba lottare il triplo per essere apprezzata. Il che genera un controsenso, visto che le canzoni pop stanno quasi sempre in testa alle chart, eppure fanno la fine di certi politici che se chiedi in giro nessuno sembra mai averli votati: le canzoni pop, quando parli con la gente, fanno solo che storcere il naso — eppure stanno sempre lassù, a dominare, indipendentemente dalle ondate, anzi: sfruttandole, le ondate. La questione è complessa, delicata e stratificata, ma il suo succo è: c’è pop e pop, e nel 2000 quello che finisce per trionfare, oltre a essere La Qualità — tantissime proposte di quelle nella Top 20 sono di ottima manufattura — è un certo tipo di pop ben specifico: il Pop Intelligente. Il Pop Intelligente non è come l’IDM —Intelligent Dance Music, che fa da opposizione all’EDM, vista come becera musica elettronica banalmente in 4/4—, anzi: spesso ha tantissime cose in comune con il pop scemo, anzi: le ha quasi tutte. Eccetto una. Che è quel sottile velo che le contraddistingue, un strato di intelligenza compositiva e produttiva che fa sì che si distacchino dal resto, che diventino uniche e iconiche.
Il pop è in mezzo a noi, anzi, è in noi, che lo si voglia o no, che lo si neghi facendo i puristi e gli intellettuali o che lo si abbracci senza problemi. E il pop degli anni 2000 che vedremo da qui in poi fa il culo a un sacco di altre annate.
IU EN ME BEIBI
Certo, tutto ‘sto pippone e poi la prima proposta di Pop Intelligente che ci fai riguarda un gruppo demenziale vestito da scimmie, i cui componenti si ingroppano per le strade di Parigi? Sì. E sapete perché non potete darmi torto? Perché The Bad Touch è un fottuto smash.
The Bad Touch invade Mtv e le classifiche europee nella primavera del 2000 in modo abbastanza rocambolesco. I Bloodhound Gang partono dal punk, e come succede spesso a un sacco di band arrivano al successo con una canzone che non ha fondamentalmente quasi nulla a che fare col loro repertorio, e che — forse proprio in virtù dell’essere stata scritta senza pretese specifiche — s’impone come Gran Pezzo Pop.
Il contesto musicale in cui s’inserisce è uno dei motivi per cui il pezzo funziona: l’autoironia è al centro di molti progetti di successo degli anni adiacenti al 2000. Tre esempi su tutti sono: i Blink-182 (sempre siano lodati, ma credo l’abbiate capito leggendo il post sul loro nuovo disco), i Foo Fighters e Eminem. Tre artisti che, pur essendo estremamente diversi nell’approccio alla musica, oltre che nello stile, condividono i videoclip studiati al fine dell’intrattenimento e della risata. È un po’ la faccenda della goccia cinese: se fino a qui i video hanno raramente visto un lato comico al loro interno, essendo da sempre un mezzo istituzionale per fare promozione, essendo rivolto a Mtv e ai suoi spettatori, lentamente la forma mentis di chi va a creare gli script è virata verso un’apertura anche a esperimenti diversi.
(Sono due 10 e un 9, indovinate chi è cosa?).
Ed è qui che s’inseriscono questi tre progetti che, avendo ottenuto un ottimo riscontro sia da Mtv che dal Grande Pubblico, aprono il varco per altri artisti. Tra cui i Bloodhound Gang. I testi volgari e offensivi (che la cartella stampa chiamerebbe provocatori) sono da sempre al centro del repertorio di Jimmy Pop, frontman e songwriter e producer della band. Del resto, The Bad Touch è il primo estratto di un disco che s’intitola Hooray For Boobies, e che include The Ballad Of Chasey Lain (che era una pornostar dell’epoca, per dire).
(Io voglio bene ai BG, ma il disco, che comprai a trentamila lire a Livigno insieme a Hybrid Theory dei Linkin Park, che cazzo di disco quello), era un mezzo fallimento che io provai a convincermi ad amare più e più volte senza riuscirci granché, al netto di un pezzo che mi faceva morire al ridere e di cui ricordo ancora una grandissima frase: «Do you know what I really want in a girl? Me».
TORNANDO A THE BAD TOUCH, GRAZIE
La leggenda ci racconta che Jimmy Pop sta guardando realmente Discovery Channel, e che realmente incrocia un documentario in cui delle scimmie s’ingroppavano. Questa cosa, però, lo manda su tutte le furie, perché non riesce a capire come mai pure le scimmie riescano a ingropparmi, mentre lui no. Lui sta a casa a scrivere degli stupidi testi per uno stupido album. E quindi eccoci qua: la somma della sua noia viene tramutata in canzone, e come per magia finisce prima in tutt’Europa.
La potenza del pezzo sta, come sempre, nella somma di tutti i suoi aspetti: il beat Europop a sufficienza per passare sulle radio normali e quelle più dance, ottimo per le discoteche e perfetto per prestarsi a dei remix; un testo irriverente e di facile comprensione; un ritornello che canti al primo ascolto, perché iu en mi beibi è una frase che abbiamo incisa sul dna anche se non parliamo un cazzo di inglese, e il resto che segue è divertente per chi lo capisce e comprensibile per chi non lo capisce guardando il video; un video oggettivamente geniale sotto tutti i punti di vista, efficace nella comunicazione e anche nel rewatch, fattore che per passare a ripetizione su Mtv era molto, molto importante.
STATISTICHE RANDOM & EREDITÀ
Nel testo non viene mai detto il titolo, e questo rende il pezzo virale su Napster e Emule (come non sapete cos’è Emule? Ma dove vivete, nell’epoca della legalità?) con il titolo di Mammals o spesse volte Discovery Channel. The Bad Touch, per chi se lo stesse chiedendo, è un grido d’aiuto che viene insegnato ai bambini come frase da urlare nel caso in cui qualcuno li stia molestando sessualmente. Chiaro, no? Ma il fatto è: quante volte è capitato di trovare in testa alle classifiche hit che non dicono mai il titolo all’interno del pezzo? Mi ha sempre affascinato come cosa, per quanto — o soprattutto proprio perché — irrilevante. E quante volte è capitato di trovare in testa alle classifiche canzoni fintamente dance con un riff di basso?
Ci avreste sentito dei gran synthoni dance, vero? Non temete. Una nostra vecchia conoscenza, gli Eiffel 65, che abbiamo già incrociato con Move Your Body e con Blue (Da Ba Dee), a cui è sicuramente dovuta in parte l’apertura del pubblico a questo tipo di proposte filo-dance, ne produrranno un remix oggettivamente ottimo.
Per quanto riguarda l’eredità, invece, il già sopracitato Eminem citerà The Bad Touch nella sua The Real Slim Shady, brano che l’Italia decide di non spedire al #1 con mio sommo rammarico, perché avremmo potuto parlare di un sacco di cose come il rap anni 2000 vs le boyband. Che cazzo è successo all’Italia? Colpo di testa? Ondata di caldo torrido? Molto semplice. Come tutti, gli italiani subiscono il fascino delle popstar, anche quelle che non avevano nessuna intenzione di diventarlo tipo Eminem, ma ne comprano in massa le ballad. Infatti Eminem raggiungerà la #1 nel BelPaese solo grazie a un pezzo di cui parleremo tra qualche tempo, e non sarà con uno dei suoi soliti uptempo caustici e cinici e tanto divertenti da guardare, ma con l’unica cosa che avrebbe potuto apprezzare di un cantante così controverso in un’epoca così conservatrice Il Famoso Popolo Italiano: LA BALLATA CHE FA PIAGNE.
(Che voglia di partire invece col pippone su The Real Slim Shady. La so ancora tutta a memoria, ed è tutto grazie a Tutto Musica, storico giornaletto di quegli anni che inseriva i testi delle canzoni e soprattutto le spiegazioni).
Vabbè, ma poi, no, alla fine, che fanno i BG dopo essere stati travolti dal successone di The Bad Touch? Provano a replicarlo, ma malamente, con due pezzi: il primo è Foxtrot Uniform Charlie Kilo, che i più attenti avranno notato sia di base un modo di dire fuck, e la copia-carbone Uhn Tiss Uhn Tiss Uhn Tiss, canzone dimenticabile ma che quei synth trance alla Timbaland-che-spopolerà-sei-anni-dopo trovo onestamente onesta, nonostante il basso fondamentalmente identico a quello di The Bad Touch.
LE PAGELLONE
The Bad Touch è un 10.
What’s My Age Again è un 10.
Learn To Fly è un 10.
My Name Is è un 9.
Three Point One Four è un 6.
Move Your Body è un 6.
Blue (Da Ba Dee) è un 10.
The Real Slim Shady è un 10.
Foxtrot Uniform Charlie Kilo è un 4.
Uhn Tiss Uhn Tiss Uhn Tiss è un 6.