Numeri Uno è la rubrichetta che si occupa di tutte le canzoni che sono finite alla prima posizione della classifica italiana dei singoli.
Qui trovate l’elenco di tutte le Numero Uno commentate, anno per anno, in continuo aggiornamento
Quante volte sarà capitato nella storia della discografia un brano che parla di un tizio tutto ubriaco, ha un ritornello composto di parole inesistenti e nasconde un potenziale messaggio subliminale satanista che finisce al numero 1?
Non è un caso che, se mi chiedete uno dei motivi per cui ho iniziato Canzonette, vi risponderò: Aserejé. Perché ci sono canzoni che dominano le classifiche e che si voglia o no s’inseriscono nel tessuto culturale e sociale, e lo fanno col loro essere apparentemente innocue e fastidiose (canzonette, appunto) allo stesso tempo, ma nessuno si prende mai la briga di raccontarne la storia e i retroscena.
Dunque: colonna sonora perfetta per l’estate 2002, una stagione spensierata e felice nei ricordi di chi c’era, e in cui il clima internazionale teso, a un anno di distanza dall’11 settembre, non si riversa sulle canzoni, anzi: la gente non vuole pensare a Bush e a Al Quaeda anche quando ascolta musica. La risposta musicale e artistica che rifletta quei tempi cupi in cui si vive è ancora in costruzione: sono anni in cui per fare i dischi ci vuole tempo e le instant song sono ancora solo un miraggio per i discografici e gli artisti stessi.
E ai tempi cupi il popolo risponde in un solo modo: vuole ballare. E cosa c’è di meglio di un’altra dolce invasione ispanica che spinge tre sorelle sconosciute dall’anonimato alla vetta delle classifiche di tutti i paesi civilizzati (eccetto gli Usa, ma la fatica delle canzoni spagnole laggiù è una parentesi lunga che avremo modo di affrontare nel tempo) portandole a vendere dodici milioni di copie?
Aserejé è pop latino per tutti, grandi e piccini, per via di un motivetto malefico fatto di sillabe che non significano assolutamente niente — che però nascondono un’altra canzone.
Ma facciamo un passo indietro, per una delle più brillanti storie di canzoni che incroceremo da queste parti.
Rapper’s Delight è uno dei primi esempi di hip-hop che raggiunge una trasversalità di pubblico, e per essere a) un singolo di debutto b) un brano di un genere misconosciuto c) una canzone di quindici minuti d) registrata in un singolo take, è tutto abbastanza clamoroso. Il pezzo è un prototipo di rap: metriche rapide e sincopate, un sample clamoroso (Good Times degli Chic, che faranno causa per copyright infringement, e verranno aggiungi agli autori). Rapper’s Delight ha un impatto culturale e estetico notevole, portando la Sugarhill Gang a entrare nella top 40 in USA (prima volta di un brano rap), al #1 in Canada e al #3 in UK. Nel 2014, il brano entrerà nella Grammy Hall Of Fame. Rapper’s Delight è un labirinto di citazioni, interpolazioni e frasi rappate con l’intenzione di mimare delle rullate di batteria con le parole, essendo tendenzialmente sempre percussive. Insomma, un brano groundbreaking, che sta alle fondamenta di Aserejé.
Ora, se prendiamo l’attacco di Rapper’s Delight, ovvero «I said a hip hop the hippie the hippie / to the hip hip hop, a you don't stop /
the rock it to the bang bang boogie say up jumped the boogie /
to the rhythm of the boogie, the beat», e ci cantiamo sopra il ritornello di Aserejé, vi suonerà familiare. E questo perché — e qui sta il genio compositivo di Manuel Ruiz, autore e produttore del brano delle sorelle Ketchup — la storia di Aserejé è questa: Diego, un giovane ragazzo, entra in una discoteca. Diego è tutto fatto, o ubriaco: come cantano le tre, ha la luna nelle pupille. Diego si trascina fino dal dj, al quale chiede di suonargli la sua canzone preferita. E se la balla, e se la gode, e se la cantaaaaaa. Ma è tutto fatto, Diego, e quindi il suo cantare Rapper’s Delight è tutto un po’ sbiascicato, incomprensibile. Quindi non è «I said a hip hop the hippie»; è «Aserejé, ja, dejé». Sensazionale. Una canzone che ne nasconde un’altra, un motivetto apparentemente senza senso che suona perfettamente per tutti i paesi anglofoni e non, come testimonia anche la #1 in Uk, luogo solitamente accogliente verso le novelty songs.
Per il resto, musicalmente il brano ha delle cose molto interessanti al suo interno, a partire dai cromatismi inusuali per il pop nelle strofe, all’armonia risolutiva del pre-ritornello, ai cambi di accordi tensivi e estremamente efficaci del ritornello. A livello chitarristico e strumentale il pezzo ha una cuginanza con Livin’ La Vida Loca in versione villaggio turistico / low budget.
(Potete rileggervi l’incredibile storia di Livin’ La Vida Loca, che l’Italia mai mandò al #1 proprio qui, nella rubrica che sarebbe dovuta essere stata dedicata a una #1 di Ricky Martin decisamente orribile:)
Nel mercato internazionale il brano viene chiamato The Ketchup Song, dato che è a) sensibilmente più semplice da dire rispetto a Aserejé (sono anni in cui la gente entra ancora nei negozi di dischi e dice: «Avete quel pezzo che fa…», perché i negozianti erano un po’ degli Shazam viventi); b) le Las Ketchup sono figlie del musicista e chitarrista di flamenco Juan Muñoz, noto anche come El Tomate. Capito?
In Brasile, la versione di Aserejé si chiama Ragatanga, che è pressoché identica eccetto per un rullante molto più anni 2000, e la cantano le Rouge, che poi altro non sono che la versione brasiliana delle Lollipop (di cui potete rileggervi il pistolone su Down Down Down qui sotto):
In tutto questo, naturalmente, impossibile non parlare del balletto: la coreografia di Aserejé è tanto micidiale quanto il suo ritornello, e le mossette che le tre sorelle pomodoro fanno nel video vengono replicate per tutta l’estate, sempre e per sempre in ogni lido d’Italia e non, ampliando la viralità della canzone in un’epoca in cui la viralità è fatta di vita reale e gesti e non di like e cuoricini.
LA CONTROVERSIA, #1
Sapevate che c’è chi sostiene che in realtà Aserejé nasconda un messaggio satanico? Addirittura, alcuni siti sostengono che nella Repubblica Domenicana, a Porto Rico e in Honduras il brano sia stato bannato; (facendo digging nel web pare che semplicemente in Honduras abbiano sconsigliato di ascoltare brani come questo, di dubbio contenuto, e non di divieti ufficiali). Difficile riuscire a verificarlo, ma la teoria è che Aserejé in realtà starebbe a significare essere eretico, del tipo. "Sii eretico (asereje) Jehovah (Ja - il nome di Dio) ti permette di esistere (je de jebe tu jebere). Inchinati (Majabi) e noi ti guideremo". Certo, se poi uno cerca degli indizi troverà: il sangue (Las Ketchup), la stregoneria accennata nel testo, il mood da rituale descritto nella canzone, i tre pomodori nella copertina che però somigliano tanto a un 666…
Speculazione o no: tutto molto divertente.
LA CONTROVERSIA, #2
Sapevate che c’è chi sostiene che in realtà Aserejé parli di Diego Armando Maradona? Noto fuoriclasse, noto party-boy (per essere educati), potrebbe essere realmente lui il Diego della canzone? Speculazione o no: tutto molto divertente.
E POI, E POI
Le Las Ketchup appaiono nel 2004 al Festival di Sanremo (!), duettando con Danny Losito in Single, dove canta di un amore scappato in Spagna di cui gli manca la lasagna che cucinava lei. Fate voi. Chi era Danny Losito? Il nostro Jamiroquai? Dal cappellino si direbbe di sì. Dalle canzoni, insomma. Bello il cowbell, però.
Un Eurovision nel 2006 per rappresentare la Spagna con Bloody Mary, nella cui esibizione sono diventate quattro, ma nessuna delle quattro riesce a cantare nella tonalità corretta o a ballare decentemente. Peccato.
Tolte un paio di apparizioni sulla Rai in quelle trasmissioni sulle vecchie meteore, di base Aserejé è stato il classico brano arrivato dal nulla e che a nulla ha portato. Niente rivoluzione culturale, ma un ballettino iconico e una backstory oggettivamente incredibile.
E POI, E POI, E POI SARÀ COME MORIRE
Nel 2020, invece, collaborano con Valeria Rossi per questa cosa qui. Che non saprei bene come commentare. Però potete farlo voi.
LE PAGELLONE
Aserejé è un 8.
Rapper’s Delight è un 10.
Good Times è un 9.
Livin’ La Vida Loca è un 10.
Down Down Down è un 8.
Single è un 5.
Bloody Mary è un 2.
Grisbì Summer Mania è uno 0.