#1, 2002: THE CALLING — WHEREVER YOU WILL GO
Numeri Uno, giugno 2002. THE CALLING — WHEREVER YOU WILL GO
Numeri Uno è la rubrichetta che si occupa di tutte le canzoni che sono finite alla prima posizione della classifica italiana dei singoli.
Qui trovate l’elenco di tutte le Numero Uno commentate, anno per anno, in continuo aggiornamento.
È il 2002. Tu non lo sai, ma sei felice: torni a casa da scuola e il tuo pomeriggio trascorre tra Trl e Mtv, Dawson’s Creek su Italia Uno e qualche (costosissimo) sms che ti scambi coi compagnucci di classe. Nel frattempo passi qualche ora al computer, quando il modem decide di connettersi e tua madre non risponde al telefono facendoti saltare la connessione (e inchiodandoti Napster mentre scarichi a scrocco musica nuova in bassissima qualità che poi ti masterizzerai su cd). Il Nokia, il telecomando e il mouse sono la tua vita: alla fine è solo un’anteprima dell’esistenza iper-connessa che vivrai quindici anni dopo, ma adesso sei felice senza rendertene conto. (Ogni tanto ti tocca fare qualche compito, ma molto di rado).
Se esistevate in questi anni molto probabilmente passavate i pomeriggi nello stesso modo mio, eccetto forse per il fatto che io ogni tanto mi fiondavo in sala prove convinto che la mia band sarebbe diventata i Blink-182 (lo diventammo per un certo periodo, nel senso che esattamente come loro alla fine ci mandammo affanculo, ma senza che ci denudassimo in pubblico); e quindi in questi pomeriggi di musica e internet avrete sicuramente ricordo di aver incrociato Wherever You Will Go dei The Calling.
Sorprendentemente e contrariamente a quanto mi sarei aspettato, nel giugno del 2002 il pezzo raggiunse la #1 dei singoli più venduti in Italia, in un anno in cui la #1 se la presero un sacco di canzoni oggettivamente belle, e di cui alcune anche abbastanza iconiche — ma adesso basta parlare di Asereje, ci sarà tempo molto presto. Vedere un mid-tempo col sapore di ballad pop-rock in testa alla classifica italiana è, di questi tempi, un completo miraggio solitamente riservato solo alle Vecchie Glorie (vedi alla voce U2); i The Calling, però, forti di un pezzo il cui ritornello gigantesco è assolutamente innegabilmente glorioso, riescono nell’impresa grazie a un paio di fattori.
Il primo l’ho già accennato prima: è un’epoca in cui la Pop Culture si diffonde per tutti i medium dell’epoca di cui i teenager dispongono, il che significa televisione e cinema; Wherever You Will Go finisce in un film e in una serie definitive dell’epoca: Le Ragazze Del Coyote Ugly, tipica porcheria gradevole degli anni zero — la cui colonna sonora include anche un altro pezzo notevole, cioè Can’t Fight The Moonlight — ma soprattutto Smallville, cioè Superman per i teenager degli anni zero, in una scena della prima stagione in cui Clark e Lana limonano duro — cioè quelle scene di cui poi i liceali parlavano per ore a scuola il giorno dopo. La scalata su Trl — forse il migliore metro dell’epoca per capire se un brano aveva risonanza o meno — fu inarrestabile, e idem quella in Fimi.
(Wherever You Will Go sarà incluso anche nel film del 2003 Love Actually, ovvero la migliore commedia romantica mai scritta di tutti i tempi se solo non fossero esistiti C’è Posta Per Te e Notting Hill).
Il secondo è l’innegabile popstaritudine di Alex Band, frontman del duo (i The Calling sembrano una band di cinquanta cristiani che suonano ma in realtà sono un duo, forse l’unico duo degno di nota degli anni zero a parte i Savage Garden), biondo-e-bello-e-con-una-voce-caldissima. Band ha una famiglia degna di nota: il padre, ebreo, dirige film horror; la madre invece è cristiana, e seppur queste potrebbero essere le premesse per una stagione alternativa di Nobody Wants This., entrambi sono cresciuti in Umbria. Divorzieranno e si risposeranno, e Band racconterà della difficoltà di vedere la madre andare a vivere in Germania (e avere altri tre figli) nel singolo Could It Be And Harder.
(Se non ti ricordi nulla dei Savage Garden: shame on you. Recupera qua:)
Gossip a parte, Band e Kamin, altro membro dei The Calling, scrivono Wherever You Will Go pensando alla migliore amica della nonna di Kamin, sposata e felice da cinquant’anni, che improvvisamente perde il marito. Il brano è quindi scritto dal punto di vista del marito, che si chiede chi lo rimpiazzerà, e promette che farebbe di tutto se potesse tornare. Tutto molto puccioso e romantico, se solo fosse venuto in mente a Nicholas Sparks ci avrebbe fatto su un libretto e pure un film, anche se il tutto è leggermente dark dalle premesse, smorzate poi dal video che gioca invece sulla dinamica ragazza-innamorata-di-ragazzo-che-la-tradisce-per-cui-si-rifà-una-vita-e-poi-lui-si-pente-di-averla-tradita-e-rosica.
Wherever You Will Go è un successo planetario: arriva alla #5 su Billboard in Usa, e resta alla #1 della classifica Adult Top 40 per ventitré settimane, seconda nella storia solo dietro a quel pezzone che è Smooth di Santana con Rob Thomas (il fil rouge della chart è ovvio: pop rock radiofonico con vocioni da maschioni).
Naturalmente, la storia dei The Calling è costellata da drammi, prima e dopo il successo: firmano con la RCA, ma la RCA ha occhi e orecchie solo per P!nk e Christina Aguilera in quegli anni, e quindi faticano a farsi dare retta. Solo grazie a Kathy Nelson, capa del reparto musica per i film alla Walt Disney Motion Picture Group, che sente il pezzo e non solo lo vuole nel film del Coyote Ugly, ma vuole anche la band in video a suonarla dal vivo, esploderà la loro carriera, aiutandoli a portare nei negozi l’album di debutto, Camino Palmeiro.
Nove mesi dopo l’uscita del film il brano viene rilasciato come singolo, e col successo arrivano le prime incomprensioni tra i due della band (Band e Non Band, potremmo chiamarli — per citare Djano Unchained: scusate, non ho saputo resistere). Band vuole fare di tutto per mantenere il successo, mentre Kamin è più scettico. La tivù — e TRL — li fanno sembrare una boyband, e la promozione in tutto il mondo li porta in posti magari bizzarri pur di vendere il disco (come gli show per bambini in Danimarca); appena arrivano i primi soldi, il bassista e il batterista (session musician, cioè non membri fissi della band) fanno causa al duo e al management; esce il loro secondo disco, intitolato Two, e floppa rispetto a Camino Palmeiro (nonostante Our Lives sia un’ottima canzone); Alex Band ritrova il successo con Why Don’t You & I nel disco di Santana, altra #1 nella Adult Top 40 di Billboard, inasprendo ancora di più i rapporti col compagno di band. La RCA dà poca fiducia alla band, e Band decide di lavorare a un disco solista, che arriverà nel 2010; nel 2011 però gli verrà diagnosticato il Parkinson; nel 2013 viene rapito e quasi picchiato a morte, e gli serviranno svariati interventi chirurgici per ricostruire la mascella; segue una causa tra i due membri dei The Calling per il copyright del nome, apparentemente l’inizio di una diatriba ancora in corso.
(Se Wherever You Will Go è una versione Temu di With Or Without You, essendo gli U2 il paragone standard per i pezzi pop-rock del 2000, Our Lives è la versione Wish di Beautiful Day, che ovviamente finì al #1 nel 2000.)
Tra le cose ignorate da pressoché chiunque della carriera post-hit dei The Calling, una inevitabile segnalazione da parte mia per tutti gli affezionati del pop ben fatto: For You, dalla colonna sonora di Daredevil, che nonostante il ritornello sia di base alèèèèè oooooo e le strofe siano una versione maschiopop-di-Avril-Lavigne rimane un bel pezzo (che, risentendolo oggi, credo sia pure stato d’ispirazione per un ingiustamente sottovalutato pezzo di Sanremo dei Velvet del 2005, Dovevo Dirti Molte Cose).
LE PAGELLONE
Wherever You Will Go è un 9.
Our Lives è un 7.
Can’t Fight The Moonlight è un 7.
Could It Be And Harder è un 6.
Smooth è un 10.
Why Don’t You & I è un 4.
With Or Without You è un 10.
Beautiful Day è un 8.
For You è un 7.
Dovevo Dirti Molte Cose è un 9.