Numeri Uno è la rubrichetta che si occupa di tutte le canzoni che sono finite alla prima posizione della classifica italiana dei singoli, senza discriminazioni ma con effettivo buon gusto. È la cugina di quella americana di Tom Breihan, che è la cugina di quella inglese di Tom Ewing.
Se nel 2023 fai un pezzo che: a) è una hit b) ha un video epico c) diventa un meme, sei Drake. Ma sei mesi dopo il pezzo verrà comunque soppiantato da altri pezzi/meme.
Nel 1997, invece, le cose possono andare diversamente: tipo che finisci per alterare la Storia Della Musica con quello che fai durante il corso della tua carriera.
E mentre alla numero 2 risale Un Giorno Così degli 883, alla numero 1, soppiantando Jon Bon Jovi in versione solista, arrivano loro: i Daft Punk, con un inno contro i terrapiattisti e difficilissimo al karaoke, ma soprattutto con un sacco di meme incredibili. Via coi contributi audio/video appena dopo il fastidiosissimo invito a iscriverti a questo Substack. È gratis. E quando arriveremo nel 2003 parleremo di Asereje. Non so se vuoi perdertelo.
Ma torniamo al 1997. Cosa si saranno mai inventati ‘sti due francesi? Per esempio di scrivere un pezzo alla Chic, ma facendo suonare la parte di basso a un sintetizzatore e usando un talk box come voce, il tutto su una drum machine. Cosette, no? La band dice — meglio: fa dire da una voce filtrata con un talk box — il titolo 144 volte nella versione album, 80 in quella radio.
Una cosa che amo sottolineare è come negli anni novanta esistessero più versioni della stessa canzone: lunghe, anche fino a dieci minuti, per gli album, che la gente aveva la pazienza di ascoltare, e le sue versioni corte, per le radio che avevano un po’ meno pazienza. Ma anche adesso ci sono più versioni, mi direte voi, ma le canzoni slowed down + reverb e sped-up saranno mica canzoni, su. Forse erano meglio i remix. Quelli seri. Tipo questo:
Ora, senza stare a scomodare la biografia intera dei Daft Punk, Homework è un disco seminale degli anni novanta, un esordio pressoché micidiale, e non per ultimo per il fatto che è un disco interamente realizzato nella cameretta d’infanzia di Thomas Bangalter. Perché la carriera dei Daft Punk è sempre andata non necessariamente controcorrente, ma di certo ha avuto la peculiarità di muoversi in direzione opposta al resto del mondo dei producer: mentre, tra fine 90 e inizio 2000, spopolavano il pop e la coda del grunge e del brit pop, loro approfondivano l’house fondando di fatto il movimento della french touch in una cameretta, senza studi da milioni di dollari, ma con poco più di un campionatore, dei synth, un compressore cheap e tante, tantissime idee; nel 2013, per quello che sarà il loro ultimo glorioso album, in un mondo di dischi di producer e dj fatti nelle camere d’hotel con un computer, loro spendono milioni di dollari per registrare musicisti come ai vecchi tempi. Se non è talento questo. L’idea è tanto semplice quanto ambiziosa è quasi impossibile da realizzare: fare dischi senza connotazioni temporali. Ci riescono. Risentita oggi, Around The World non dimostra di avere una data d’uscita. È un classico, ma suona nuovo. È gli Chic, è i Kraftwerk, è la Francia che suona come Chicago — ma soprattutto è i Daft Punk.
Una delle versioni che preferisco è un live in cui il duo mixa Around The World a un’altra loro mega-hit, Harder Better Faster Stronger (sì, quella che Kanye West andrà a samplare su Stronger) che se non l’avete visto che cosa lo pagate a fare internet.
Ovviamente nessuno di questi pezzi, neanche la versione di Kanye, raggiungerà mai la Numero Uno in Italia, perché a noi italiani nel 2007 piacevano delle cose imbarazzati che non vedo l’ora di poter distruggere,
e anche perché a un certo punto succede qualcosa per cui le Belle Canzoni faticheranno a raggiungere la vetta (e ci sarà da ridere nel trovare comunque il modo di parlarne); fortunatamente, in paese più o meno bizzarri del nostro a seconda di che governo ci governi, tipo gli USA, Kanye arriverà primo in classifica, e i Daft Punk si prenderanno quello che si meritano: lo status di band eterna.
LE PAGELLONE
(Le pagellone, se siete state attenti negli episodi precedenti, funzionano così: se un pezzo viene citato, avrò un voto qui).
Around The World è un 10.
Asereje è un voto che oscilla tra il 2 e il 9, ma ne parleremo quando ci arriveremo.
Harder Better Faster Stronger è un 10.
Stronger è un 10.