#1, 1998. RENATO ZERO — L'IMPOSSIBILE VIVERE
Numeri Uno, marzo 1998. RENATO ZERO — L'IMPOSSIBILE VIVERE
Numeri Uno è la rubrichetta che si occupa di tutte le canzoni che sono finite alla prima posizione della classifica italiana dei singoli. È la cugina di quella americana di Tom Breihan, che è la cugina di quella inglese di Tom Ewing.
Da che pianeta è mai venuto Renato Zero? Se dovessi scegliere dieci nomi della Valhalla della musica leggera italiana, sicuramente ci sarebbe il suo.
Partiamo dal fatto che Renato Zero è la voce italiana di Nightmare Before Christmas, e già questo lo rende un semi-dio (tra l’altro, le versioni italiane delle canzoni della colonna sonora sono dei grandi capolavori di adattamento); proseguiamo poi col fatto che ha nel suo catalogo un pezzo come Il Triangolo, il cui ritornello ultra-iconico entra a DUE MINUTI E QUARANTA, che siamo nel 1978 e se non è avanguardia pura un pezzo così con un testo così allora non so cosa lo è. Essere provocatori con intelligenza non è per tutti, non è da tutti, ma è da Zero.
Sull’ambiguità e sul mistero Zero ci ha basato una carriera: fluido da prima che inventassero la fluidità, dotato di una fan base col nomignolo da prima di internet (i sorcini sono forse i nonni dei directioner?), il Renato nazionale è un’oggettiva bestia rara nel panorama italiano. Gran voce, grandissima penna, grandissimissima presenza scenica, repertorio con vette altissime.
(Certo, i detrattori diranno: eh, pallida imitazione borgatara — giuro che l’ho letto davvero scritto così — di Bowie e T-Rex, copione, millantatore, santone, eccetera eccetera, ma resto dell’idea che davanti a fenomeni così tanto nazional-popolari sia sempre necessario dargli una buona dose d’attenzione per stabilire le dinamiche per le quali sono arrivati a così tanta gente così tanto fedele; dopodiché, stabilire se c’è del merito o semplicemente una grande casualità o macchinazione di marketing. Nel caso di Zero, sfogliando anche solo rapidamente il suo catalogo, è impensabile togliergli il merito di avere scritto grandi pezzi e aver messo la sua impronta in modo indelebile su svariati decenni di musica italiana).
Ok, fortissimo Renato, bellissime premesse, ma quindi ‘sta L'impossibile vivere?
L'impossibile vivere è, ahimè, un po’ il corrispettivo della nenia con cui Elton John aveva trionfato nel torneo di stracciare le palle tra la fine del 1997 e l’inizio del 1998. È il primo singolo che anticipa il ritorno sulla scena di Zero dopo tre anni, con l’album Amore dopo amore. Abbiamo quindi davanti a noi un classico caso di Numero Uno Grazie Alla Fan Base: non è la canzone più famosa di quel periodo, non è la più bella: è solo la nuova canzone di un cantante amatissimo. (È di certo però la più italiana, dato che le chart sono invase da cose straniere strappalacrime e colonne sonore dei film o da pezzoni di popstar di ritorno). È una ballad classica, che più classica non si potrebbe: piano, voce, archi, modulazioni; strategicamente è un pezzo bizzarro per una release di marzo, ma è pur sempre il 1998 e le regole non sono ancora quelle del music business moderno in cui la divisione tra ballad e uptempo è iper-rigida. Non è I migliori anni, non lo è neanche lontanamente, ma in fondo sarebbe assurdo pretendere che qualunque canzone lo fosse; è un’onesta ballata però tutto sommato disonesta, con qualche briciolo di bellezza affogato nella retorica. C’è del gran mestierenautorale, e purtroppo lo si sente, tra l’altro in modo molto più evidente rispetto all’ispirazione che dovrebbe star dietro a brani del genere.
In modo abbastanza imprevedibile per un’ottica moderna, ma assolutamente plausibile per quella dell’epoca, non è L'impossibile vivere a essere la Canzone Definitiva Dell’Album, ma uno dei singoli successivi, Cercami.
Cercami è oggettivamente di un’altra pasta. È un gran bel pezzo. È musica italiana, è gran testo, è ritmo e passione, è confessione e dolore. Rilasciata come singolo ufficiale a giugno, raggiunge la #3 (non propriamente un brano estivo, in un’estate che si rivelerà comunque affollata). È anche gran merito suo se il disco, Amore Dopo Amore, finisce per essere il più venduto della carriera di Zero, con oltre un milione e duecento mila copie. (Succedeva, negli anni novanta, giuro che succedeva).
L'impossibile vivere è, per una settimana, il brano che riesce a interrompere lo strapotere di My Heart Will Go On; e, allo stesso tempo, uno degli unici due brani italiani che raggiungono la vetta della chart dei singoli Fimi nel 1998 (non ditelo a Salvini). A seguire, arriveranno tantissime canzoni straniere, di cui una sarà un tormentone sudamericano ante-litteram, e un’altra uno di quei pezzi che, senza volerlo, altererà la storia della musica mondiale dei successivi trent’anni — o forse oltre —, fino ai giorni nostri.
LE PAGELLONE
Il Triangolo è un 10.
I migliori anni è un 10.
L'impossibile vivere è un 5.
Cercami è un 9.