Numeri Uno è la rubrichetta che si occupa di tutte le canzoni che sono finite alla prima posizione della classifica italiana dei singoli.
Qui trovate l’elenco di tutte le Numero Uno commentate, anno per anno, in continuo aggiornamento.
LE PREMESSE, E CHE PREMESSE
Qual è il giorno in cui è morta la musica?
Lo chiedo, ammesso e concesso che la musica sia davvero morta.
In che stato si trova però? È viva? È in coma, come dicono alcuni? È ancora chiamabile musica, si chiedono altri ancora? Ma poi: che cosa rende la musica La Musica ai nostri occhi, al netto del fatto che la fortissima nostalgia imperante che proviamo per le canzoni della nostra adolescenza ha influito su tutte le nostre scelte musicali e non della nostra vita successiva?
Posto che ognuno di noi avrà una risposta propria e nessuna di queste sarà mai quella corretta, «The day the music died» è il più bel verso di American Pie. American Pie, se chiedete a uno statunitense, è una sorta di inno nazionale alternativo. Madonna decide di rifarla nel 2000, e quello è anche il verso che ogni volta che il pezzo compariva su Mtv mi faceva chiedere tutte queste cose (all’epoca, di musica, si poteva parlare prettamente solo con se stessi; non esistevano ancora a pieno regime i forum o i blog: figuratevi solo se).
Proprio per via del suo essere una sorta di totem American Pie è, anche, un mezzo passo falso della signora Ciccone, che in preda a chissà quale raptus di egomania decide di prendere un brano quasi sacro del songwriting rock statunitense rifacendolo in modalità dance-pop con l’ormai fidato William Orbit, che decora il pezzo i suoi gingilli elettronici.
Ma i gingilli elettronici non sempre bastano, e a poco conta che il pubblico premi il singolo spedendolo in cima alle classifiche europee.
La critica lo boccia e l’America lo stronca, spedendolo al massimo alla #29 della Billboard Chart.
L’unione di due menti geniali come Madonna e William Orbit l’abbiamo già incontrata, perché ha già fatto breccia sul pubblico italiano, ammaliandolo sia con quel gioiello di elettronica trip-hop e atmosfere gelide che è Frozen che con la tremendissima Beautiful Stranger l’anno successivo.
Il momento di grande forma di Orbit in quanto a producer in grado di unire un’estetica ammirevole al suono pop — anzi, di fare quello che quelli bravi sanno fare: piegare il mondo del pop al proprio suono — produce anche un’altra numero 1 in Italia e in tutto il mondo: Pure Shores delle All Saints.
Dove sbaglia Madonna? Il problema, qui, non è tanto la forma o meno di Orbit, quanto l’idea dell’operazione: prendere un classico del songwriting americano e rifarlo. American Pie è un inno / anti inno, che diventa così popolare da diventare uno standard nonostante il testo critico. Il problema sta proprio nel testo: è come se qualcuno decidesse di rifare L’Italiano di Toto Cutugno oggi, mantenendone fedelmente ogni strofa. (Madonna ne taglia alcune, ma poco conta). La gente del 2023 capirebbe un brano così culturalmente distante, con dei riferimenti così marcatamente passatisti, al netto del ritornello devastantemente efficace?
Ecco, ora prendete questa cosa e fateci un x3, e è quello che accade a American Pie in versione 2000.
Madonna gira il film The Next Big Thing con Rupert Everett (suoi i cori sul pezzo), che suggerisce di rifare il pezzo per la colonna sonora, qualunque cosa la canzone significhi il testo. (Se Madonna balla senza reggiseno con una tiara in testa, quindi, la colpa è da dare a lui.) Il testo criptico del brano rende ancora oggi in più passaggi difficile capire di cosa parlasse Don Mc Lean, che più che per esserne l’autore e interprete passa alla storia per aver risposto, a domanda «Che significa American Pie?» la seguente, incredibile frase: «Significa che non devo lavorare mai più nemmeno un giorno».
Una cosa è certa: il giorno in cui morì la musica, per Mc Lean, è la strage aerea in cui persero la vita Buddy Holly e Ritchie Valens, il 3 febbraio 1959. (Se avete mai visto il film La Bamba, saprete che Ritchie Valens chiese a un altro musicista di Holly, Tommy Allsup, di cedergli il posto, non avendo mai volato. Allsup propose di decidere la questione lanciando una moneta. La moneta cadde in favore di Valens, che morì a meno di diciott’anni.)
(Eccovi le gloriose Everyday, La Bamba ma anche Buddy Holly degli Weezer, che cazzo, del cui video vorrei scrivere per decenni).
In più, il videoclip rappresenta tutto ciò che un/una cantante pop non dovrebbe fare quasi mai: raccontarti un paese e la sua modernità col ditino alzato, con una maniera un po’ pretestuosa e un po’ velleitaria, mettendo insieme un po’ di stereotipi a basso budget: freaks e lavoratori e sportivi e minoranze etniche in un mappazzone di immagini che vorrebbero racchiudere l’America a mo’ di documentario stringato, finendo per essere solo un contorno esageratamente paraculo. E se vi steste chiedendo come fu accolto il brano all’estero, un articolo del Guardian di un po’ di anni fa, oltre a informarci che il manoscritto del testo originale venne messo in vendita, ci racconta che «Rolling Stone magazine later named (American Pie) the third worst cover song of all time.» Non male.
Che poi si sa, no?, gli inglesi esagerano sempre. La musica non l’ha di certo uccisa Madonna, che anzi ha spostato, negli anni, e non di poco, l’asticella del pop, dell’intrattenimento, dell’unione tra generi musicali e lato visivo; non in questo caso, purtroppo, che non rappresenta né una vetta massima (verrà infatti inserito nel disco successivo solo come traccia bonus) ma nemmeno una faccenda totalmente da dimenticare. La consolazione è che Madonna tornerà molto, molto presto da queste parti — e questa volta con una canzone nettamente più rivoluzionaria.
LE PAGELLONE
American Pie è un 6.
Frozen è un 10.
Beautiful Stranger è un 2.
Pure Shores è un 7.
L’Italiano è un 10.
Everyday è un 7.
La Bamba è un 8.
Buddy Holly è un 10.