Numeri Uno è la rubrichetta che si occupa di tutte le canzoni che sono finite alla prima posizione della classifica italiana dei singoli.
Qui trovate l’elenco di tutte le Numero Uno commentate, anno per anno, in continuo aggiornamento.
Se avete del tempo da buttare e girate i forum di fanatici degli U2, in molti vi diranno che Electrical Storm è una delle migliori canzoni della band irlandese, che è una vergogna che sia stata lasciata fuori dai dischi e relegata a un best-of (il secondo in pochi anni), che è una canzone perfetta per essere ascoltata durante le tempeste. Ora, questo dice tantissimo sulla fan base degli U2 (quantomeno quella attiva sui forum) e poco altro; la realtà dei fatti è leggermente più complessa, perché Electrical Storm riesce a essere contemporaneamente una canzone abbastanza orrenda e una canzone quasi bella.
Il suo primo posto in classifica, per una sola settimana, ha a che fare più con la Sindrome Del Collezionista che con la qualità della canzone. Una faccenda che abbiamo già visto, nel corso degli anni, e che tende a ripetersi quando grandi band o grandi artisti tornano dopo un periodo di silenzio, cosa che spinge le grandi fan base accumulate negli anni a correre nei negozi di dischi (che possano riposare in pace) e spendere le loro paghette / stipendi (ora, che è il 2002, in euro e non più in lire) per l’ultima opera dei loro idoli. Gli U2 sono, statisticamente, fino a qui quelli che hanno avuto più singoli di tutti al Numero Uno, prendendosi dunque la corona di band più amata dagli italiani, e incidentalmente anche la corona di band con più persone affette da Sindrome Del Collezionista dello stivale. Il problema è più nella fase storica che attraversa il gruppo, di certo non la sua più brillante, nonostante qualche lampo di genio in mezzo a dischi sempre più monotoni e monotono.
L’arrangiamento della versione “normale” è guidato da un riff annoiato, un andamento rocckettino-ma-non-troppo di quelli che ti fanno fare bella figura sia sulle radio pop che su quelle alternative, e l’andamento del pezzo non aggiune molte altre suggestioni, complice anche un testo non di certo indimenticabile; la versione di William Orbit, invece, parte con un’eleganza e un’atmosfera che già gridano professionismo, e gli perdoni pure un ritornello che parte dopo oltre due minuti e un video che sembra una pubblicità (perfettamente coerente con il mood creato da Orbit): del resto Orbit è un produttore sopraffino che inserisce i suoi tappeti dove può dando al brano l’esplosione che il songwriting non le concede.
Orbit era già apparso su Canzonette più volte: a U2-landia figurando tra i produttori della eccellente Beautiful Day, e dalle nostre parti come produttore del capolavoro di Madonna Frozen e dell’ottima Pure Shores delle All Saints) (canzoni nettamente più riuscite di questa, dunque se voleste recuperare eccole qua sotto).
Gli U2, che tutto possono essere tranne che una banda di scemi, non suoneranno il brano dal vivo fino al 2009. La suoneranno tre volte, di cui una a Milano, in questa performance oggettivamente degna di nota. (Quanto è intenso e intonato Bono pure dopo ore di concerto e giorni e giorni di tour? Perché non li costruiscono più i musicisti così? Fine parentesi Nonno Simpson).
A ogni modo, avete presente quella faccenda della Sindrome Del Collezionista? Bene: tenetela a mente perché vale, purtroppo, anche per la prossima Numero Uno.
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LE PAGELLONE
Electrical Storm (William Orbit Mix) è un 6.
Electrical Storm è un 5.