Numeri Uno è la rubrichetta che si occupa di tutte le canzoni che sono finite alla prima posizione della classifica italiana dei singoli.
Qui trovate l’elenco di tutte le Numero Uno commentate, anno per anno, in continuo aggiornamento.
Quante volte abbiamo parlato di Madonna su Numeri Uno? Mi sembra, in questa vita a tratti amara a tratti esilarante, di non fare altro che fare export, cambiare pannolini e scrivere column su Madonna alla #1.
Ricapitolando:
Quattro numeri uno in tre anni, che con Don’t Tell Me diventano cinque la rendono indubbiamente la più titolata da queste parti. E se con certi pezzi è toccato essere estremamente severi, finalmente con l’epoca di Music possiamo dirlo a gran voce: che grande operazione, che grande capitolo discografico questo di Madonna nel 2000.
Don’t Tell Me è, anche se purtroppo non il pezzo di Avril Lavigne, il sequel di Music: un country glitchato elettronico in cui Ciccone dà una serie di ordini al suo amante con grande stile su un groove a tratti reminiscente dei suoi giorni epici con William Orbit.
(Che gran disco era Ray Of Light? Diciamolo, ancora e ancora).
Madonna reinventa il pop, e in Don’t Tell Me entrano ed escono elementi, a livello di produzione, come se la produzione fosse un work in progress costruito durante l’ascolto stesso. I synth acidi, i vocoder, i rullanti che menano, le voci che rimangono da sole, gli archi e il loop di chitarra aumentano quella sensazione di futurismo che probabilmente sia lei che Mirwais cercavano in studio. (L’aneddoto su di loro che, essendo lui francese e non parlando inglese, hanno bisogno di un interprete per capirsi mentre lavorano al disco ce lo siamo già giocato su Music, ma fa sempre riflettere come da grandi incomprensioni possa nascere un disco del genere). Di base, questa canzone che sa di Sheryl Crow che suona Sweet Home Alabama sotto acidi su un beat trip hop, fu cominciata dal suo brother-in-law Joe Henry, citato tra i songwriter, per poi essere trasformata dai due. Il pezzo era originariamente nato come un tango, buttato lì nel tentativo di provare tutte le apparecchiature del suo studio nuovo: fu la moglie, nonché sorella di Madonna, a suggerirgli di fargliela ascoltare. Il risultato finale è, accompagnato da un video pressoché iconico che su Mtv andò in rotazione a tutte le ore e a tutti i minuti, strambo ma solido.
(Sapete che altro pezzo è Sweet Home Alabama ma un po’ camuffato? Queen Of California di John Mayer, primo brano che apre quel classico che è Born And Raised, oltre che mia suoneria del telefono quando chiama mia madre; John credo non venga mai citato da queste parti, ma quando sei il songwriter con più gusto degli ultimi 20 anni a un certo punto almeno una menzione andrà fatta.)
L’Italia ama Madonna, e glielo dimostra ancora una volta risultando una tra le poche nazioni al mondo che spediscono Don’t Tell Me in vetta alle chart dei singoli. Ma si sa, l’Italia ha dei gusti tutti suoi — e lo dimostrerà ancora una volta con la prossima Numero Uno, un pezzo che avrà un exploit clamoroso tra fine 2000 e inizio 2001 ma, l’avete indovinato: accadrà solo da noi.
LE PAGELLONE
Don’t Tell Me è un 8.
Don’t Tell Me è un 8 (quella di Avril, certo che sì).
Music è un 9.
Sweet Home Alabama è un 7.
Queen Of California è un 9.